Mentre lo Stato imperialista israeliano consuma una vera e propria caccia al palestinese 1, le autorità likudiste si sono accordate con i gestori di Facebook – il più importante servizio di rete sociale mondiale – sulle normative riguardanti la censura delle pubblicazioni ‘’anti-israeliane’’. Siamo alle solite: Israele, per coprire i suoi crimini, si appella all’eterno antisemitismo trascurando, fra le tante cose, che anche i palestinesi sono semiti e, seguendo alcuni storici israeliani, sono molto più vicini loro agli ebrei-sefarditi della prepotente elite azhkenazi al potere.
Il Ministro degli Interni, Gilad Erdan, ha descritto Facebook come ‘’un mostro che mette in pericolo la sicurezza del regime di Tel Aviv’’ quindi chiede una replica degli accordi che, nel 2015, Israele stipulò con YouTube. Riferisce la rete iranianaHispanTV‘’Una nota oficial confirmó que Israel y Google se pusieron de acuerdos en fortalecer las relaciones bilaterales en el monitoreo y la evaluación de contenidos en línea’’ 2.
Foto publicada por el Twitter de la cancillería israelí de la viceministra de asuntos exteriores, Tzipi Hotovely, y el cónsul general israelí para la región del noroeste pacífico, Andy David, durante la reunión con las autoridades de YouTube y Google. ( Fonte: HispanTV )
Ma Facebook è davvero la voce dell’antimperialismo mondiale? Lasciamo che ci risponda Ernesto Carmona, giornalista cileno vicino al PSUV: ‘’
‘’La CIA ha investito in Facebook molto prima che questa rete divenisse una delle reti sociali più popolari di Internet, questo secondo una inchiesta del giornalista britannico Tom Hodgkinson pubblicata nel 2008 nel giornale inglese The Guardian (3) e ripresa e commentata da qualche mezzo di comunicazione indipendente di lingua inglese, ma senza alcuna ripercussione nella grande stampa.
La propaganda corporativa ha trasformato il portale sociale Facebook in sinonimo di successo, di popolarità, e nel contempo di buoni affari. Facebook si presenta come un inoffensivo sito web di relazioni sociali, che facilità i rapporti interpersonali. La sua popolarità ha fatto prevedere che i suoi approssimativamente 70 milioni di utilizzatori potrebbero aumentare in un paio di anni a 200 milioni nel mondo intero, dato che nelle migliori settimane Facebook è arrivato a ricevere fino a due milioni di nuovi utilizzatori. Nel frattempo, Facebook non convince proprio tutti!’’ 3
Non è casuale che in Facebook abbia investito ben 500.000 mila dollari, il ‘’filosofo-capitalista’’ Peter Thiel uno che di affari se ne intende dato che ‘’è il co-fondatore e direttore generale del sistema bancario virtuale PayPal, che ha venduto a Ebay per 1.5 miliardi di dollari, guadagnando per sé 55 milioni di dollari. Inoltre, ha amministrato un fondo assicurativo di 3 miliardi di lire sterline, il Clarium Capital Management e un fondo di capitali a rischio denominato Founders Fund’’. Donald Trump, in confronto a lui, pare, quasi, ben poca roba, infatti il ‘’giovane filosofo’’ è l’autore di un libro su ‘’Il mito della diversità’’ ispirato al pensiero del filosofo francese Renè Girard il quale propone una teoria sul comportamento umano denominata ‘’desiderio mimetico’’. Per il duo Thiel-Girard ‘’la gente è essenzialmente un branco di pecore, che tendono a copiarsi l’un l’altra senza troppa riflessione. Quindi la teoria dovrebbe sembrare essere dimostratamente corretta nel caso dei mondi virtuali di Thiel: l’oggetto desiderato è irrilevante; tutto quello che è necessario sapere è che gli esseri umani tenderanno a muoversi come un gregge. Da qui, le bolle finanziarie! Da qui, l’enorme popolarità di Facebook!’’ 4
Che dire? Facebook è un grande affare per i neoconservatori Usa – fra cui anche i sionisti – non, di certo, per gli attivisti antimperialisti ed antisionisti. Netanyahu si metta l’anima in pace: i suoi sproloqui, come al solito, sono privi di fondamento, risultando propaganda della peggiore destra sionista. Tanto per cambiare.
La rete sociale, in accordo con le autorità sioniste, verrà monitorata. Domanda: Israele ha usato Facebook per propagandare la distruzione della moschea di Al-Quds; come mai nessuno pose il problema inverso? Il rabbino Chaim Richman si fece uscire di bocca frasi alquanto preoccupanti, degne di uno squilibrato dato che mettono insieme estremismo religioso ( talmudismo ) e nazionalismo acritico:‘’Nuestro objetivo es elevar la conciencia del pueblo judío y de toda la humanidad hacia el papel central que el templo santo juega en la vida de la humanidad’’ 5. Domanda: sono le parole di un leader religioso oppure di un affiliato a qualche organizzazione neonazista europea?

Maqueta del supuesto templo de Salomon fabricada por los sionistas en Al-Quds (Jerusalén). ( Fonte: HispanTV )
L’oscuramento, per una settimana, del canale iraniano HispanTV, ‘’colpevole’’ di aver denunciato le violenze contro le donne in Arabia Saudita con una eccellente inchiesta giornalistica 6, è un atto profondamente antidemocratico: Israele si allea con Casa Saud contro la libera informazione, impedendo ai giornalisti di fare il loro lavoro. Si può tollerare questa perenne ipocrisia sionista? Ai sionisti di destra il patriarcato wahhabita sta bene?
Israele è estremamente tollerante non solo con i wahhabiti ma anche con i neonazisti europei. Sempre da HispanTV apprendiamo che: ‘’En la investigación llevada a cabo por la Universidad de Barcelona, junto a otras entidades de Italia, Francia, España, Rumanía y el Reino Unido, se denuncian la pasividad y la permisividad de la sociedad y las plataformas digitales frente a estos mensajes que parecen consolidarse tanto en la red como en la política europea, con un constante crecimiento de la extrema derecha’’ 7. Domanda: Netanyahu coi neonazisti non ha nessun problema, vero? Del resto il sionismo si nutre di antisemitismo, quindi l’estrema destra europea non può che fare il gioco dell’imperialismo israeliano. Una triplice alleanza contro il giornalismo online: Israele, Casa Saud ed estrema destra europea.
Secondo lo studio dell’università spagnola ‘’Internet ha supuesto un salto cualitativo para muchas cosas y también para la difusión del discurso del odio’’.Domanda: i sionisti, al pari dei neonazisti, non sono in prima fila – su Facebook – nella diffusione di odio anti-arabo ed islamofobo? Evidentemente hanno una comunione di fini e tendono a proteggersi. Prevedibili.
La censura di Facebook conferma quello che gli analisti antimperialisti dicono da anni: il diritto internazionale non è democratizzabile senza il multipolarismo dell’informazione. La condizione necessaria per arrivare a ciò è l’abbandono dei particolarismi, del nazionalismo acritico e dei miti ‘’patriottardi’’ beceri. Altre strade non esistono.
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http://www.hispantv.com/noticias/palestina/77396/google-youtube-israel-censura-hotovely

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http://www.linterferenza.info/esteri/sionismo-estrema-destra-wahhabismo-triplice-alleanza-la-rete/