Risultati immagini per mafia israeliana

Foto: desertoepace.wordpress.com


I legami che intercorrono fra il servizio di intelligence statunitense, la CIA,  e la malavita organizzata in Italia – camorra, ‘ndrangheta e mafia – sono stati documentati in modo inoppugnabile da storici e giornalisti di grande levatura intellettuale ma, per i motivi che possiamo ben immaginare, tagliati fuori dal dibattito accademico. Molto meno nota, al grande pubblico, è l’attività delMossad – il servizio d’intelligence israeliano – in Italia. Possiamo dire, dopo una analisi rigorosa dell’attività svolta dai ‘’professionisti dell’eterodirezione’’ sionista, che Israele ha contribuito a minare, fin dalle fondamenta, l’integrità nazionale di questo paese, il suo costituzionalismo democratico e gli innegoziabili diritti dei lavoratori. Inutile perderci in supposizioni prive di un retroterra culturale credibile, lo storico che con maggiore attenzione ha studiato questa problematica, Daniele Ganser, ce ne dà conferma rivelando che ‘’abbiamo esempi storici che dimostrano che la strategia della tensione e la “False flag” sono state utilizzate dagli USA, dalla Gran Bretagna e da Israele. Ci occorre ancora proseguire le ricerche in questi settori, poiché, nella loro storia, altri paesi hanno utilizzato la medesima strategia’’ 1.


La Strage di Capaci, dove perse la vita Giovanni Falcone, è stata orchestrata, dall’inizio alla fine, da Salvatore Riina, Bernando Provenzano e Giovanni Brusca oppure la regia deve essere ricercata altrove? La domanda non è da poco e, supportato da autorevoli e dovedrosi riferimenti, cercherò di avanzare qualche dubbio. Prima di tutto bisogna chiarire che fu il clan dei Fidanzati a fornire gli esplosivi a Brusca e ai suoi ‘’uomini’’. Questa cosca mafiosa era in stretto contatto con la mafia turca la quale – restando fedeli alle fonti del giornalista Ugur Mumcu, assassinato dal Mossad israeliano – non è null’altro che un ingranaggio di Gladio: gli eserciti segreti della Nato. La Strage di Capaci fu unaoperazione strategico-militare nel vero senso della parola; gli ‘’uomini’’ di Cosa Nostra non possono aver agito da soli.
Secondo il giornalista Gianni Lannes: ‘’Certo, Cosa Nostra ha fatto il lavoro sporco, come sempre, ma la vera mafia, quella che conta per davvero, si annida nei palazzi del potere per conto terzi. Riina e Provenzano erano soltanto due capi criminali di feroce manovalanza, ma nient’altro.Come si spiega la latitanza indisturbata durata quasi mezzo secolo di questi due presunti capi dei capi? Quali autorità istituzionali hanno coperto questi delinquenti semi analfabeti?’’ 2.Falcone viene assassinato nel maggio 1992 ed ecco che pochi giorni dopo, il 2 giugno, approda al largo di Civitavecchia il Panfilo reale Britannia dove l’oligarchia finanziaria angloamericana detta i termini della svendita dell’industria pubblica italiana. Continua Lannes: ‘’Il 2 giugno dell’anno 1992 approdava al largo di Civitavecchia il panfilo reale Britannia di proprietà Windsor, il casato reale dei mafiosi d’alto rango che raccoglie massonerie e poteri criminali di ogni genere a livello mondiale. In quell’occasione fu decisa e determinata la spoliazione d’Italia, alla presenza di alcuni boiardi italioti, in seguito premiati, per aver svenduto il patrimonio italiano. Il nome di Mario Draghi, a parte Amato, Ciampi, Prodi, Dini, vi dice qualcosa? Oggi tutti i parassiti della casta sono pupazzetti telecomandati: osservateli bene almeno in tv’’. Domanda: che rapporto intercorre fra l’assassinio di Giovanni Falcone e, poco tempo dopo, di Paolo Borsellino, con ciò che – segretamente – venne stabilito sul Britannia? Seguendo il discorso di Lannes, la mafia siciliana avrebe agito come braccio armato degli oligarchi britannici, eppure gli specialisti dello ‘’stragismo militare’’ stanno altrove.
Calogero Mannino, losco personaggio della Democrazia Cristiana, (intervistato da Augusto Minzolini) rilasciò una lunga dichiarazione che, vale la pena, leggere nella sua interezza:
“E adesso non mi vengano a dire che questa bomba l’ha messa la mafia di Totò Riina. Anzi, a questo punto dubito anche sulla matrice mafiosa degli omicidi di Lima, Falcone e Borsellino. Domanda. Lei ha davvero dubbi sul fatto che non c’entri la mafia? Risposta. Io dietro la bomba di Firenze vedo ben altro. E, se non sbaglio, tra le minacce ricevute all’epoca da Falcone c’era anche quella della falange armata. La verità è che gli assassinii che ci sono stati in Sicilia hanno messo in ginocchio la DC o il sistema di potere andreottiano. E non è cosa da poco conto: in Italia quello che è avvenuto può essere paragonato alla caduta del muro nei paesi comunisti. Quindi chi l’ha fatto deve avere obiettivi ben più grandi di quelli della mafia…Ma lei crede davvero che un personaggio come Totò Riina possa stare dietro a tutto questo? Suvvia, al massimo quello può far ridere o, come succede a me, può far girare le scatole. La verità, secondo me, è che esiste un apparato militare molto efficiente e, poi, una mente politico-finanziaria, che non si trova certo in Italia. E questi due livelli si incontrano raramente: o meglio, nei momenti importanti la mente finanziaria ordina all’apparato militare quello che deve fare. Domanda. Ma lei crede davvero a queste sue ipotesi, non le paiono un po’ azzardate? Risposta. Senta, le faccio una domanda: perché Giuliano i carabinieri lo hanno trovato morto, mentre Riina è stato trovato vivo? La verità è che Riina si è sganciato. Fatto il lavoro che gli era stato commissionato si è sganciato. Domanda. Ma quale interesse potrebbe avere quell’«entità» che, secondo lei, starebbe dietro a tutto questo? Risposta. Non vogliono avere a che fare con un governo degno di questo nome. Quello attuale è come se non ci fosse. Sono passate due settimane e vedete, non esiste. E non avere a che fare con un governo significa tante cose: ad esempio da la possibilità di comprare i beni dello Stato a pochi soldi. E se, poi, si arrivasse a provocare una divisione dell’Italia in due, qualcuno potrebbe ricavarne altri vantaggi. Potrebbe, ad esempio, disporre senza problemi, di basi militari dell’Italia meridionale di grande importanza strategica, come Fontanarossa e Comiso. Sì, potrebbe usarle come vuole, a proprio piacimento, senza rischiare incidenti diplomatici con il governo italiano come è avvenuto a Sigonella. Le mie, comunque, sono solo ipotesi che partono, però, da una convinzione». Domanda. Quale? Risposta. Tutto quello che sta avvenendo pone una questione: qualcuno insidia la nostra sovranità nazionale’’ 3.
Certamente gli assassinii sopra citati hanno una chiara matrice mafiosa – l’assassinio di Salvo Lima fu, più che altro, un regolamento di conti fra cosche fino a quel momento alleate – però la figura di Riina continua a lasciare molti, anzi moltissimi, dubbi: possibile che un semi-analfabeta potesse pianificare una operazione militare di quel tipo ( mi riferisco alla Strage di Capaci) ? Le recenti inchieste giornalistiche portano nuovi elementi che potrebbero aiutarci a fare chiarezza: l’uomo di collegamento nella trattativa Stato-mafia è un agente dell’intelligence israeliana, ipotesi non ‘’complottarda’’ avanzata addirittura su Il Fatto Quotidiano. Leggiamo cosa scrive il giornalista Marco Lillo: ‘’Proprio il ruolo delicatissimo del signor “Franco Gross” sembra stridere con la nazionalità israeliana di mister Moshe Gross. Eppure gli investigatori, sulla base delle indicazioni di Ciancimino jr che sostiene di averlo visto uscire dall’ambasciata americana presso la Santa sede, ritengono non del tutto infondata la pista israeliana. Nei giorni scorsi la Procura di Palermo ha disposto accertamenti presso il ministero degli esteri per comprendere meglio la figura di Moshe Gross’’ 4. Chi è Moshe Gross? ‘’Ebreo di origine rumena, ha vissuto per vent’anni a Milano commerciando in diamanti insieme alla moglie. Oggi ha 84 anni e vive in una bella strada del centro della capitale israeliana in un palazzo di otto piani presidiato da un guardiano in una delle zone di pregio della città, a due passi da piazza Rabin e dal museo di Tel Aviv. Dal 1994 al 1996 è stato console onorario ad Haifa e gli è succeduto il figlio, Carlo Gross, tuttora in carica. Nella cittadina di Nahariya, vicino al confine con il Libano, colpita duramente nella recente guerra con gli Hezbollah, i Gross possedevano un albergo da tre generazioni: l’hotel Carlton, venduto nel 2005 a un businessman newyorkese. Abbaglio o giallo internazionale? Gli investigatori si rigirano tra le mani i dati di mister Gross nervosamente e non sanno sciogliere il dubbio’’. Una presenza ingombrante che deve essere sottoposta ad una rigorosa indagine storica e politica: l’Italia, dopo il 1992, divenne un satellite dell’imperialismo statunitense perdendo, anche in quanto ‘’imperialismo straccione’’, qualsiasi margine di manovra e di autonomia nazionale. Quali forze operarono, segretamente, nel nostro paese durante la ‘’guerra fredda’’ ?
L’ex magistrato Carlo Palermo rammenta i fatti che portarono alla scoperta del Centro Scorpione di Trapani: ‘’L’anno seguente, il 1988, dopo aver forse assistito nelle campagne di Trapani a un trasbordo di armi dirette alla Somalia su un aereo militare operante per conto dei nostri servizi segreti, veniva ucciso, in prossimità della comunità di Saman, Mauro Rostagno, sulle tracce delle piste massoniche della Loggia “C”, delle sacerdotesse sufi “Arcobaleno” e forse di alcuni traffici… anche più vicini a lui. Era sui fatti finanziari sopraindicati che indagava il giudice Falcone nel giugno del 1989, mentre inutilmente cercava di capire cosa fosse il Centro Scorpione di Trapani. In quei giorni, sugli scogli vicini alla sua abitazione vennero rinvenuti due sacchi di esplosivo: un segno minaccioso cui subito non parvero estranee presenze di cellule deviate dei servizi segreti. Lo stesso Giovanni Falcone, parlando di questi fatti, non esternò sospetti sulla mafia, ma su “menti raffinatissime”. Vennero trovati i candelotti sugli scogli della sua villa all’Addaura, mentre si occupava delle connessioni bancarie svizzere dei narcotrafficanti siculo-americani’’ 5.
La mafia israeliana ha, da sempre, agito coordinandosi con quella italo-americana, infatti boss del calibro di Lucky Luciano e Frank Costello erano sottoposti del fanatico sionista Mayer Lansky (nella foto). Domanda: dobbiamo (per conto di chi?) credere che i settori più corrotti della borghesia israeliana non fossero interessati al controllo del narcotraffico sul bacino del Mediterrano? Si tratta di una ingenuità che, per davvero, non possiamo permetterci.
Qualcuno dirà che queste sono soltanto delle ‘’menzogne antisioniste’’ ma – una volta chiarito che l’antisionismo è doveroso in quanto opposizione ad un progetto colonialistico e razzista – la replica è tanto scontata quanto imbarazzante: per quale motivo Israele ha sempre coperto le scorribande di Mayer Lansky e vasti settori del Mossad erano collusi nei traffici d’eroina ‘’made in Israel’’ statunitensi? L’analisi dell’ex magistrato Carlo Palermo inquadra l’Italia come una ‘’isola felice’’ della malavita organizzata e della massoneria; si può sapere, una volta per sempre, che ruolo aveva Mayer Lansky in tutto ciò? Le leggi italiane – come a suo tempo lamentava Boris Giuliano – non consentono alla magistratura di mettere le mani sui conti in nero, e anche quelli rossi sporchi di sangue, della mafia, condannando questo paese a restare la ‘’Repubblica dei segreti di Stato’’. Cui prodest ? .
Poco tempo fa annotavo che ‘’Nel 2004 il giornale Haaretz, appartenente all’area liberale di sinistra, pubblicò un articolo intitolato “The Agony of the Ecstasy” dove – anche con un certo coraggio – si comunica al pubblico europeo e statunitense che il 75 % del traffico di ecstasy, negli Usa, è controllato dalla mafia israeliana’’. Peccato che nessuno abbia voglia di indagare sul traffico di ecstasy controllato dagli stessi attori in Italia, almeno per ora. Mai disperare, in futuro le cose potrebbero cambiare.

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https://hovistocosechevoiumani.wordpress.com/tag/centro-scorpione/

http://www.linterferenza.info/esteri/la-mafia-israeliana-agisce-anche-italia/