martedì 23 agosto 2016

La nuova ‘’santa e nera’’ trinità: CIA, neofascismo e mafia, di Stefano Zecchinelli


L’imperialismo nord-americano, terminata la Seconda Guerra Mondiale, utilizzò la malavita organizzata – a partire dalla mafia siciliana – come ‘’gendarme’’ con lo scopo di militarizzare ciò che, da lì a poco, sarebbe diventata una portaerei statunitense sul bacino del Mediterrano.

La trattativa Stato/mafia nacque durante la dittatura fascista – l’architetto di questa alleanza fu il boss mafioso, ed amico personale di Benito Mussolini, Vito Genovese – e venne ripristinata nel dopoguerra. Il padrone non indossava più la camicia nera ma parlava – tutt’oggi continua a parlare in modo menzognero – di ‘’libertà a stelle e strisce’’, ciò nonostante fascismo ed imperialismo Usa convergono nella comune volontà d’annichilire, a spregio del costituzionalismo democratico, i movimenti popolari egemonizzati dal Partito comunista. La triplice alleanza (a) imperialismo statunitense, (b) neofascismo, (c) mafia siciliana si consolidò su queste basi: ideologiche e politiche.

Il Dossier Casarrubea documenta con estremo rigore come ‘’Gli assalti alle sedi comuniste e alle Camere del lavoro iniziano il 18 giugno ’47 in Calabria, per poi dilagare nella provincia di Palermo con gli esiti stragistici del 22 giugno. Il rapporto Sis del 25 giugno ’47, infatti, afferma che “la banda Giuliano ha ramificazioni in ogni centro della Calabria, della Sicilia e della Campania’’’’ 1. Lo storico Giuseppe Casarrubea, dopo anni d’impegnative ricerche, arriva a questa eloquente conclusione: ‘’In sintesi, i rapporti britannici (inaccessibili fino a un anno fa) ci dicono che i mandanti delle stragi siciliane del maggio - giugno ’47 sono da ricercare nel governo degli Stati Uniti d’America, presieduto dall’aprile ‘45 da Harry Truman’’. Domanda: possiamo considerare gli statunitensi – al pari dei nazifascisti – dei criminali di guerra ? Fargli degli ulteriori sconti è del tutto controproducente ai fini della, libera ed indipendente, ricerca storica.

Ma qual è stato il vero motivo che ha spinto i neofascisti a trasformarsi nel braccio armato – almeno per quanto riguarda l’Italia –  degli Usa ? Il memorandum redatto dal Fronte Nazionale dell’ex comandante della X Mas, Junio Valerio Borghese, documento intitolato ‘’Italia 1969’’ e diviso in due parti - “La situazione interna” (sei paragrafi) e “L’enigma internazionale” (quattro paragrafi) – ci offre una spiegazione davvero inoppugnabile: ‘’In sintesi, il nemico da battere è il comunismo, rappresentato in Italia dal Pci. Il sistema dei partiti del centro-sinistra, guidato dalla Dc, non è più in grado di far fronte al partito di Longo. L’ingresso del Pci nel governo è solo questione di tempo. La Dc non ce la fa ad “erigere una barriera contro i comunisti”. La stessa Costituzione del 1948 è nata sotto l’egida di Umberto Terracini, un comunista, mentre i concetti di “progresso e democrazia” sono associati ormai “al pensiero e ai metodi della sinistra”’’ 2. Junio Valerio Borghese, criminale di guerra, in nome di una ideologia retrograda ed ‘’aristocratica’’ – un mix di mussolinismo, servilismo atlantico ( compresa la genuflessione ad Israele ) e cattolicesimo reazionario – s’affrettò ad offrire i suoi loschi servigi a Washington. I picciotti della mafia gli andarono dietro come tanti topolini.

Il boss Antonino Calderone, poi diventato collaboratore di giustizia, nel 1986, a Nizza, spiegò bene il modo attraverso cui Borghese regolò i suoi rapporti con la mafia:

‘’Mentre Liggio si nascondeva a Catania, ricevette la visita di due capi dello spessore di Salvatore Greco e Tommaso Buscetta dovevano discutere della partecipazione della mafia a un colpo di Stato, il cosiddetto Golpe Borghese si trattava di aderire ad un golpe militare che sarebbe partito da Roma e il ruolo della mafia era di partecipare alle operazioni in Sicilia. Al momento stabilito, i mafiosi dovevano accompagnare nelle diverse prefetture della Sicilia, un personaggio che si sarebbe sostituito al prefetto. Il tramite con i golpisti era un mafioso palermitano un certo Carlo Morana un tipo un po’ pazzo molto amico di Giuseppe Di Cristina. Si concluse di aderire al colpo di Stato. Mio fratello Giuseppe andò a Roma per incontrare il principe Valerio Borghese. Questi disse a mio fratello che voleva degli uomini per occupare le prefetture siciliane e imporre nuovi prefetti e se qualcuno avesse fatto resistenza lo avrebbero dovuto immediatamente arrestare Pippo ascolta pazientemente ma quando il principe arriva a parlare degli arresti ebbe un sussulto. Giuseppe replica scandalizzato che noi mafiosi non ci mettiamo a fare arresti che cose di polizia non le facciamo noi non arrestiamo nessuno Se dobbiamo ammazzare qualcuno va bene, ma servizi di polizia non se ne fanno. Valerio Borghese convenne che gli uomini d’onore non avrebbero fatto arresti avrebbero appoggiato le azioni di forza necessarie, affiancando i giovani fascisti catanesi, palermitani e di altre città , che già  sapevano cosa dovevano fare’’ 3

Il boia della X Mas aveva offerto ai clan di Cosa Nostra, dai Riina fino alle famiglie Badalamenti e Greco, la revisione del Processo Rimi oltre ad una inaspettata ‘’carta bianca’’ sulle molteplici attività criminali degli ‘’uomini d’onore’’. I picciotti agli ordini di Stefano Bontate e Totò Riina avrebbero continuato a gestire i traffici d’eroina nella ‘’Palermo nera’’, mentre le squadracce del ‘’comandante’’ ripulivano i quartieri dagli attivisti democratici e socialisti. Il golpe Borghese fu bloccato – non tutte le fazioni della borghesia italiana erano favorevoli ad instaurare una dittatura militare ‘’alla greca’’ – ma gli affari per Cosa Nostra andarono avanti, anche in piena ‘’democrazia borghese’’: ‘’I sequestri della polvere bianca nel mondo, aumentano di oltre 6 volte e mezzo tra il 1974 e il 1982, periodo in cui Cosa Nostra assunse il controllo del traffico. Nel corso degli anni ’70 esplose il fenomeno della “Pizza Connection“, anche se la sua definitiva consacrazione avvenne negli Stati Uniti intorno alla metà del decennio seguente. Decine e decine di pizzerie aprirono i battenti nella East Cost americana, tutte controllate da siciliani, e costituivano i centri della distribuzione e raffinazione dell’eroina. Una rete capillare che secondo dati ufficiali del 1982, consentì ai mafiosi di origine sicula di gestire il controllo della raffinazione, spedizione e distribuzione di circa l’80% dell’eroina consumata nel nord est degli USA. Il guadagno di una simile macchina di morte, si aggirava nell’ordine di centinaia di milioni di dollari, consentendo a Cosa Nostra di diventare da metà degli anni ’70, potente come mai in passato’’ 4.

La stessa ‘ndrangheta calabrese mise a disposizione di Borghese, nel ’70, ben 4.000 uomini; la malavita organizzata, grazie all’alleanza coi neofascisti ed alla copertura degli Usa, divenne una, vera e propria, potenza militare. I killers vennero organizzati in decine e le decine comandante dai capidecina i quali sono le colonne che, come gli studiosi del fenomeno malavitoso sanno, reggono la cupola oppure mandamento. Riina iniziò come soldato – sotto Luciano Liggio ed il vecchio boss Michele Navarra – e, dal 1982 in poi, sedette ai vertici della più conosciuta organizzazione criminale europea comandando ‘’tutti’’: dai ‘’capi famiglia’’ ai politici corrotti. Domanda: possiamo considerare la mafia un ‘’esercito segreto – ma quanto segreto ? – della NATO’’ interno all’Operazione Gladio, assolutamente complementare al neofascismo ? Lo stragismo mafioso è identico a quello neonazi: la cattolicissima Cosa Nostra si sposa coi militari in camicia nera, un matrimonio perfetto all’insegna dell’odio per la classe lavoratrice; collabora coi teppisti d’estrema destra ed organizza addirittura un golpe militare sotto la duplice insegna del DUCE e della CIA.

L’imperialismo statunitense, ancora prima che la Seconda Guerra Imperialistica Mondiale giunse al termine, iniziò un processo di (ri)colonizzazione del ‘’nostro’’ paese, calpestando i morti della Resistenza antifascista. La mafia col culto dei santini, le donnine ed il pugno di ferro anti-popolare, s’è rivelata una perfetta arma per il controllo sociale. Domanda: ai lavoratori quanto saranno costate le raccomandazioni al ‘’padre eterno’’ ( che di eterno ha ben poco ) di Bernardo Provenzano ? Un prezzo un po’ troppo salato per continuare a pregare.

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Stefano Zecchinelli

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