lunedì 19 marzo 2012

Operazione Chaos, droghe e infiltrazioni nel movimento rivoluzionario, di Marco Sacchi

L’operazione CHAOS era il nome in codice di un piano della CIA elaborato alla fine degli anni ’60 dal generale americano William Westmoreland sotto l’amministrazione Johnson. E’ stata una tipica operazione False flag[1]. Base di quest’operazione era, come dice il nome, creare il caos, in modo che l’opinione pubblica ne chiedesse al governo la repressione. L’operazione raggiunse il suo momento culminante nel 1968 e 1969, addirittura ci sono tesi operò nel concerto di Woodstock per usare come cavie i giovani che erano venuti a questo concerto, per il progetto MK ULTRA, diffondendo stupefacenti [2].

Quest’operazione ha consistito nell’infiltrazione in ambienti rivoluzionari tendente allo scopo di egemonizzarli e strumentalizzarli onde provocare atti estremi di violenza e quindi diminuire il consenso popolare verso le organizzazioni comuniste, anarchiche, antimperialiste.

Ha avuto un ruolo preminente alla preparazione della situazione politica della Grecia nei mesi precedenti il colpo di stato del 1967[3].

Il Manuale da Campo 30-31 dell’esercito degli Stati Uniti redatto il 18 marzo 1970 dal generale Westmoreland sviluppa i concetti dell’Operazione CHAOS, così come le appendici FM 30-31 A e FM 30-31 B, dove si trovano descritte le operazioni False flag”: “Possono esserci momenti in cui governi ospiti mostrano passività o indecisione di fronte alla sovversione comunista, e, secondo l’interpretazione dei servizi segreti americani, non reagiscono con sufficiente efficacia (…) I servizi segreti dell’esercito degli Stati Uniti devono avere i mezzi per lanciare operazioni speciali che convincano i governi ospiti e l’opinione pubblica della realtà del pericolo insurrezionale. Allo scopo di raggiungere questo obiettivo, i servizi americani devono formare gruppi d’azione speciale tra gli elementi più radicali (…) Nel caso in cui non sia possibile infiltrare con successo tali agenti vertice ribelli, può essere utile strumentalizzare per i propri fini organizzazioni di estrema sinistra per raggiungere gli scopi descritti sopra (…). Queste operazioni speciali devono rimanere rigorosamente segrete. Solamente le persone che agiscono contro l’insurrezione rivoluzionaria conosceranno il coinvolgimento dell’esercito americano negli affari di un paese alleato”. (voglio fare una precisazione: non penso che la lotta armata in Italia – e negli altri paesi imperialisti – sia una creazione dei servizi segreti ma che sia sorta dalla lotta di classe, come una risposta dei problemi che il conflitto di classe nei paesi imperialisti poneva (e pone tuttora), che la sconfitta di essa sia dovuta dall’impostazione militarista non dagli infiltrati, anche il Partito Bolscevico ebbe degli infiltrati come Roman Malinovski deputato alla Duma, ma avendo una corretta linea politica diresse vittoriosamente la rivoluzione in Russia).



Aginter Press.



L’Aginter Press era ufficialmente un’agenzia di stampa di Lisbona operante dal 1966 al 1974. In realtà era principalmente un centro di reclutamento ed addestramento di mercenari terroristi, riconducibile alla rete Stay Behind[4].

Quest’organizzazione agiva nel Portogallo governato dalla dittatura di Oliveira Salazar era diretta dal Capitano Yves Guérin Serac [5]. Le operazioni svolte dall’Aginter Press erano finalizzate a [6]:

- Diffondere idee e programmi nazisti nel mondo, in particolare in Europa e in Africa. Lo faceva attraverso un’organizzazione fascista internazionale denominata "ORDRE ET TRADITION" e il suo braccio militare O.A.C.I. (ORGANIZATION D’ACTION CONTRE LE COMMUNISME INTERNATIONAL).

- Reclutare e addestrare mercenari terroristi e sabotatori per portare “disordine e caos ovunque”, allo scopo di destabilizzare per stabilizzarla verso soluzioni autoritarie.

- Azioni di spionaggio, per conto dei servizi segreti portoghesi e ad altri servizi segreti occidentali quali la C.I.A. e la rete tedesco-occidentale GEHLEN.

Inizialmente il principale campo di interesse dell’AGINTER PRESS, nei primi anni di vita, erano stati i Paesi africani, soprattutto quelli ove vi era ancora una presenza europea (Congo, Angola, Mozambico, Rhodesia) minacciata dai movimenti rivoluzionari anti-colonialisti (era la fase della Tricontinental dello sforzo del Che di creare un fronte antimperialista a livello internazionale, del Vietnam, della Rivoluzione Culturale in Cina) e dove quindi era necessario inviare mercenari esperti ed anche svolgere un’azione più raffinata, caratterizzata dall’infiltrazione (e quindi dalla disgregazione dall’interno) nei movimenti di liberazione e dalla creazione di "falsi" movimenti di liberazione con lo scopo specifico di screditare quelli veri. A tal fine ad esempio, Roberto LEROY, braccio destro di GUERIN SERAC, si era recato in Tanzania, fra il 1968 e il 1969, sotto la falsa veste di militante marxista-leninista e filo-cinese e, incontrando in tale Paese i principali leaders del FRELIMO (il movimento di liberazione del Mozambico), aveva svolto un’attenta opera di disinformazione e intossicazione mettendo l’una contro l’altra le varie tendenze del movimento e quindi avendo certamente una parte o ispirando l’assassinio di uno dei più importanti dirigenti del FRELIMO, Eduardo Mondlane, ucciso da un sofisticato congegno esplosivo nascosto all’interno di un libro, tecnica (si noti) nella quale GUERIN SERAC aveva istruito i suoi adepti. Ben presto l’AGINTER PRESS aveva comunque cominciato a rivolgere la sua attenzione alla situazione dei Paesi europei, soprattutto quelli come l’Italia più degli altri, sull’onda delle agitazioni studentesche e operaie del 1967/1968, minacciati dalla crescita delle forze di sinistra.

Nel maggio del 1974, un gruppo di militanti appartenenti al nuovo Governo portoghese, nato dalla Rivoluzione dei Garofani dell’aprile dello stesso anno, faceva irruzione nei locali di un’agenzia di stampa al civico 13 di Rua des Pracas, a Lisbona, dove un funzionario della PIDE, l’ex polizia politica del regime salazarista, aveva rivelato celarsi, perquisì i locali dell’agenzia AGINTER PRESS. Nei locali semi-abbandonati dell’agenzia, frequentata saltuariamente solo da un impiegato dopo gli eventi del 25.4.1974, veniva rinvenuta, oltre ad un enorme archivio con documenti e microfilm riguardanti ogni Continente e Paese del mondo, un’officina per la fabbricazione di falsi documenti, comprese tessere di giornalisti e di poliziotti, di numerosi Paesi nonché visti e timbri relativi alle principali frontiere europee. Venivano anche rinvenuti documenti commerciali concernenti transazioni di notevole entità e libri contabili riguardanti i pagamenti di singoli militanti indicati con sigle e nomi cifrati. Tra le carte c’era un documento nel quale si tracciava una strategia politica: “Noi pensiamo che la prima parte della nostra azione politica debba essere quella di favorire l’installazione del caos in tutte le strutture del regime. È necessario cominciare a minare l’economia dello Stato per giungere a creare confusione in tutto l’apparato legale (…). Questo porterà a una situazione di forte tensione politica, di paura del mondo industriale, di antipatia verso il governo e verso tutti i partiti: in questa prospettiva deve essere pronto un organismo efficace capace di riunire attorno a sé gli scontenti di ogni classe sociale: una vasta massa per fare la nostra rivoluzione (…). A nostro avviso la prima azione che dobbiamo lanciare è la distruzione delle strutture dello Stato sotto la copertura dell’azione dei comunisti e dei filo-cinesi. Noi, d’altronde, abbiamo già elementi infiltrati in tutti questi gruppi; su di loro dovremo evidentemente adattare la nostra azione: propaganda ed azioni di forza che sembreranno fatte dai nostri avversari comunisti e pressioni sugli individui che centralizzano il potere ad ogni grado. Ciò creerà un sentimento di antipatia verso coloro che minacciano la pace di ciascuno e della nazione; d’altra parte ciò peserà sull’economia nazionale.



La diffusione degli stupefacenti come strumento di disarticolazione dei movimenti.

Ma l’operazione Chaos non è stata la sola operazione di indebolimento dei movimenti di opposizione. Nell’indagine sulla strage di Piazza Fontana condotta negli anni ’90 dl giudice istruttore Salvini, nell’interrogazione di Roberto Cavallaio a suo tempo imputato nell’istruttoria della Rosa dei Venti, riferisce dell’esistenza di un operazione della CIA in Italia, denominata Blue Monn, che consisteva nella diffusone di sostanze stupefacenti nei settori giovanili italiani al fine di depotenziare il loro impegno politico[7]. Nel corso di quest’inchiesta venne fuori che l’utilizzo di stupefacenti contro leaders della sinistra in diversi paesi al fine di farli parlare incoerentemente e screditarli in pubblico. In documento della CIA del 4 settembre del 1970, di fronte all’impressionante estensione della protesta giovanile per la guerra del Vietnam, il dipartimento della Difesa suggeriva nuovi metodi di contenimento della contestazione. Si affermava che la tendenza dei moderni metodi di polizia era quello polizia era quella di demoralizzare e rendere temporaneamente incapaci gli avversari. Si sosteneva che con l’avvento di potenti prodotti naturali, droghe psicotrope e immobilizzanti, fosse nata una nuova era dei metodi di applicazione della legge. Nel contempo, giornalisti vicini agli ambienti dei servizi diffondevano nella società americana la convinzione che la protesta giovanile e l’opposizione alla guerra del Vietnam nascessero da giovani menti alterati dall’LSD. Contemporaneamente, alla fine degli anni ’60, furono diffusi per le strade di New York e San Francisco massicci quantitativi di un superallucinogeno denominato Stp, prodotto dallA Dow Chemical Company Edgewood Arsenal. [8] E in quest’ambito che in Italia e in Europa emerge la figura di Ronald Stark, agente della CIA, nel laboratorio aperto da Stark a Bruxelles, sotto la copertura di un centro di ricerche biomediche, in solo due anni furono prodotti 50 milioni di dosi di allucinogeni. Nel 1977 la polizia inglese arresta il chimico Richard Kemp, aiutante di Stark, sequestrando sei milioni di dosi di LSD. Successivamente si seppe che Kemp, a metà degli anni ’70, fabbricava da solo il 50% della produzione mondiale di LSD[9].











[1] Le operazioni False flag, o operazioni sotto falsa bandiera, sono operazioni segrete condotte da governi, grosse compagnie multinazionali, e sono progettate per apparire come condotte da altri enti e organizzazioni. Il nome deriva da 'false' e 'flag', ossia bandiera falsa. L'idea è quella di 'firmare' una certa operazione per così dire "issando" la bandiera di un altro stato o la sigla di un'altra organizzazione. Un'operazione 'false flag' può vedersi come la versione in grande, strategico-politica, di un falso d'autore. Le operazioni false flag non si limitano alle operazioni belliche e di contro-insorgenza, e sono state utilizzate anche in tempi di pace, per esempio, in Italia nel periodo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 che fu definito “strategia della tensione”.

[2] http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=7140&sez=HOME_SPETTACOLO

[3] Da William Colby, "La mia vita nella CIA", Ed. Mursia, 1996

[4] "Luci sulle stragi", raccolta di testi tratti dalle relazioni della commissione stragi del parlamento, Ed. Lupetti/Piero Manni, 1996.

[5] Direttore dell’AGINTER PRESS, Yves GUILLOU alias GUERIN SERAC, di origine bretone, già combattente con il grado di capitano in Corea, Indocina e Algeria, specializzato in guerra psicologica. Dopo la sconfitta algerina, GUERIN SERAC, con altri reduci dell’O.A.S., era riparato in Portogallo per sfuggire alla condanna per diserzione e tradimento e qui aveva preso corpo l’idea di dar vita ad un’organizzazione anticomunista internazionale (una sorta di O.A.S. internazionale) formata da specialisti nella lotta contro la "sovversione" e caratterizzata non solo, o non tanto, da un’ideologia fascista (GUERIN SERAC, personalmente, era di orientamento cattolico-tradizionalista e molti reduci dell’O.A.S. avevano addirittura partecipato, durante la seconda guerra mondiale, alla resistenza contro i tedeschi), quanto da una scelta di campo in favore dei "valori occidentali", ovunque fossero minacciati dai comunisti e dai loro alleati, e attenta nei primi anni ‘60 soprattutto alla tematica della difesa della "presenza bianca" nei pochi territori africani rimasti in mano agli europei.



[6] Corrado Incerti in "L'europeo", n. di Novembre 1974.

[7] http://www.altrestorie.org/print.php?news.1107

[8] Timothy Leary, uno dei guru della controcultura americana, cultore della diffusione LSD, collaborò con l’FBI sulle indagini su Weather Underground l’organizzazione rivoluzionaria americana per avere sconti di pena. Negli ultimi anni della sua vita, si dedicò allo sviluppo di software per computer assieme alla software house Futique Inc da lui fondata, con particolare attenzione alla realtà virtuale (egli stesso definiva il PC come "l'LSD degli anni '90"). Il videogame più famoso creato dalla Futique fu "Mind Mirror(*), una sorta di simulatore/gioco di società tramite il quale il giocatore poteva esplorare la propria psiche e crearne una mappa. Una vita spesa per rincoglionire la gioventù.

[9] Bisogna ricordarsi che per le fasi iniziali del progetto MK Ultra, LSD era usato massicciamente.

http://www.guardareavanti.info/marcosacchi/OPERAZIONECHAOS.htm

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